La Puglia è una terra stupenda per le sue finestre sempre aperte sul sole, per la sua nevicata di luce, per il mare che le brilla intorno. La Puglia è una terra stupenda per le sue case balenanti di calce e le chianche lavate davanti, per il pane buono come una carezza, per l’olio d’oliva come latte di mamma, per le sue orchidee clandestine, per le sue mille lingue del mondo. La Puglia è una terra stupenda perché balla coi ragni, per i suoi ricci carnosi, per le sue chiese sotto la terra, per i suoi fuochi e le case di bambola, per i suoi castelli alla mago Merlino e le cattedrali svettanti di fede, per le civiltà e le culture. La Puglia è una terra stupenda per l’oro dei campi di grano, per il rosso dei pomodori, per il giallo delle sabbie, per il verde degli ulivi, per il bianco del sale, per il blu delle onde. La Puglia è una terra stupenda per il canto degli uccelli della notte e per il cielo carico di bontà, per la quiete della risacca davanti al sole che cala. La Puglia è una terra stupenda per le grotte scolpite dall’acqua, per le pietre come fantasmi, per i grandi spazi di vento, per i gerani sui balconcini, per i paesini raccolti attorno a un campanile, per le masserie risuonanti di storia e di storie, per le ossa del tempo che fu, per i gioielli delle sue donne come madonne, per i suoi santi guaritori e i suoi santi vendicatori. La Puglia è una terra stupenda per il suo respiro d’Oriente e la sua smania di Occidente, per i suoi piatti ricchi di povertà, per le sue barche fra due bracci di scogli, per il suo vino come inchiostro, per i suoi latticini come panna, per i suoi orti di rugiada. Questa Puglia stupenda mi si para davanti ogni volta che incontro un dipinto di Michele Roccotelli. E stento sempre a capire se sia più Puglia la sua o quella che sta lì fuori.